No pain, no gain: nessun dolore, nessun guadagno.
Questo ci insegnano sin da bambin*.
Se non soffri, fallisci. Non sarai nessuno. Non “evolverai”.
Riesci a fare 10 trazioni e sei al limite della sopportazione? Fanne 12! Riesci a fare 10 km di corsa e ti manca il respiro? Fanne 11! Non importa ciò che senti, se sei ferit* o esaust*, non fermarti, resisti, fatti del male per poi farti del bene (in futuro).
E se non fosse così? Se avessimo molto più bisogno di superare gli “ostacoli”, o i limiti, in modo dolce, rispettoso del nostro presente consapevole di non farcela adesso, allenandoci nel quotidiano, giorno dopo giorno, nell’accettare i limiti rispettandoli, e rispettando l’ascolto di noi?
Il movimento naturale, nel corpo e nella vita, avviene quando accetti ciò che è, ed in modo spontaneo ne ricerchi l’equilibrio. Un equilibrio che non giudica il tuo posto, ma che lo abbraccia, e ne utilizza ogni spazio, ogni confine, per conoscersi ed allenarsi con ciò che c’è, con ciò che è.
Quando il suo “massimo” è stato esplorato, naturalmente si espande, cambia forma, è in grado di sostenere la metamorfosi e di ricercare un nuovo equilibrio, in un altro livello, più ampio.
Ciò che esce dall’accettazione, conoscenza e consapevolezza di sé crea infortuni, fisici, psicologici, emotivi.
Senza la presa di consapevolezza di ciò che riusciamo o meno a fare, viviamo in costante sfida contro i fantasmi della prestazione e della performance, senza goderci il percorso, bramosi del risultato che vogliamo ottenere, vedendo il presente come passaggio verso un futuro idealizzato che, quando arriva, non basta mai.
I passi avanti possono fare parte di un percorso amorevole e sereno, proprio come suggerisce la radice etimologica di competizione: com-petere, andare insieme, domandarsi insieme, incontrarsi, convergere.
Entriamo in competizione con noi stess*, andiamo con ogni parte di noi verso ciò che ci porta a stare bene, senza più lasciare indietro ciò che siamo nel presente.
Perché è quando quelle 10 trazioni riesci a farle senza che ti crollino le braccia, è quando quei 10 km li fai senza fiatone, che il tuo corpo, ed il tuo cuore, sono predisposti naturalmente ad andare oltre.