akelamadahy

akelamadahy

#benesseresonoro

Akela è il lupo che adotta Mowgli ne “Il libro della jungla”, Amadahy significa “foresta d’acqua” in cherokee.

Il nome del progetto è la fusione degli aspetti che richiamano le nostre parti più risonanti con la natura: un’immagine di equilibrio dinamico, di solitudine contemplativa, cadenzata da ruscelli e dal fruscìo delle fronde degli alberi, connettendo la propria interiorità alla musica dell’ambiente.

Creiamo ponti di musica e parole con l’intento di connettere chi ci ascolta verso il proprio sentire, unico ed irripetibile, con il desiderio di prenderci per mano, intraprendendo insieme questi viaggi, fuori e dentro di noi.

galanthus nivalis

oltre

Sentire la storia del mondo
attraverso le sue vibrazioni,
come un gigantesco tessuto radicale
in cui tutto è interconnesso

Forse l’Oltre non è un concetto
ma un’esperienza che ci trascende
nel momento in cui ci fermiamo ad ascoltarlo

Come quella melodia,
che risuona nell’aria
sulla pelle e nel respiro,
dalla nascita e prima,
al di là di forma e significato
e avvolge in qualcosa di immenso
che riecheggia solenne
superando i confini

cave

connessione

La difficoltà di immaginare ciò che non rientra nei nostri sensi e nella nostra esperienza quotidiana è un limite antropocentrico che ci confina dentro una “bolla sensoriale”.

È affascinante pensare che tutto ciò che sappiamo è costruito su una percezione ristretta, quella che si sviluppa attraverso i nostri cinque sensi e la nostra cognizione.
Vediamo intelligenza solo quando possiamo riconoscere dei meccanismi simili ai nostri, e questo ci porta a ridurre il mondo (e l’universo) a un insieme di leggi che conosciamo e possiamo misurare.
Questo ci rende anche incapaci di concepire esperienze completamente al di fuori della nostra comprensione, proprio perché la nostra immagine di “intelligenza” è intrinsecamente legata al nostro modo di vivere e percepire.

Non sappiamo pensare qualcosa che non sia almeno in parte simile a noi, che non possa essere messo dentro il nostro schema di conoscenza e interpretazione.

Ciò che non possiamo vedere o misurare è invisibile per noi, ma non significa affatto che non esista.
Quante cose, miliardi forse, potrebbero esistere “altrove” che non possiamo nemmeno concepire, semplicemente perché non abbiamo gli strumenti sensoriali o concettuali per farlo?

komorebi (live version)

dualità

Luce che filtra
tra le fronde
attraverso le ombre
danzano gli opposti

la gioia è il dolore
senza maschere
solo cadendo nel vuoto
scopri di saper volare

Nella meraviglia del silenzio
che addormenta e riposa
la stasi, pronta a sbocciare
consapevole della morte
che cura e nutre
come decomposizione nel bosco
osserva il sole che oscilla
nei rami

Balla coi fantasmi
togli loro il velo
riuniscili a te
come ritrovate comete
di luce

waldeinsamkeit

ritorno

La danza della Terra
connessione al nucleo
creativo e creatore

Nell’ombra del bosco
negli abissi dell’oceano
nelle profondità del vulcano
la visione attende
la sua manifestazione

Nel ritmo brulicante
invisibile agli occhi
ogni cosa cadenza il risveglio
potenti radici sottoterra
che creano nuove ere
da un germoglio

Acuire i sensi
connettersi al grembo
affinare l’istinto
alleggerirsi dall’illusione
respirare dal cuore

Essere
ed essere fertili
abdicando il tiranno
tornare a far parte
del ritmo naturale
da ferite a cicatrici

Nell’invisibile
la danza dell’ascolto
pulsa come magma
prima della rinascita

mammutbaum

riconciliazione

Foresta di sequoie
solenne e presente
la ammiriamo perché non cerca un senso,
non ha bisogno di
essere riconosciuta, ricordata.

Semplicemente è,
nella sua stessa esistenza.

La natura per noi ha un nome
perché non sentiamo di farne parte.
Siamo cellule sradicate da un organismo sconosciuto.
Senza legame, senza radici,
deteriorate in frammenti isolati,
strappate dall’origine.

La natura per noi ha un nome
così possiamo rinnegarla, ferirla
perché farne parte
significherebbe vivere l’ignoto,
la fragilità, il morire,
il divenire, la trasformazione.

Ci attende sempre
nella riconciliazione
il ricordo di ciò che siamo:
essere parte di un tutto
che non ha mai smesso di contenerci.

aer tanaí

vertigine

Vertigine
respiro senza aria
battiti accelerati
che sembrano fermarsi

Contemplando
l’essere andatə oltre
la nebbia che copre
la strada già percorsa

La ricerca inquieta
fuori di me
per poi ritrovarmi
nel silenzio

Nuova luce,
che svuota il buio
pensieri rarefatti
connessi all’istinto

Ritorna l’aria
fredda e leggera
oltre il velo di torpore
continuo il cammino

ent

speranza

Nei frammenti delle piccole cose
Si celano giganti senza tempo
Che danno forma e ritmo
Ad ogni avvenimento
Danzando solennemente
col vento e le stelle
Cantando all’unisono
La melodia degli Alberi

Lo spazio libero, e sconfinato
Nell’invisibile, dentro e fuori
Un coro nella foresta
Che libera le gabbie
dei quotidiani tormenti
Che strisciano bloccati sottopelle
Lasciandoli fluire
Come lombrichi
Trasformando l’aridità del cuore
In nuove terre fertili e nutrienti
Nelle quali Costruire
Credere
Avere fiducia

Nel corpo
Tempio di legno e linfa
Cellule come universi
Attendono il primo passo
Verso il grande viaggio

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eventi

giovedì

25

luglio

Fattoria dell'Autosufficienza

Loc. Paganico, Bagno di Romagna (FC)

domenica

6

aprile

Decima Vegan Day

San Matteo Decima (BO)

cover

filosofia

Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.

È proprio questo ciò che ci muove: l’attenzione nelle piccole cose.

Sappiamo bene che solo curando come un seme prezioso il nostro quotidiano, possono crescere alberi, frutti, e foreste meravigliose.
Il nostro intento è quello di diffondere sensazioni di autentico benessere ed intimità con la musica, la parola e la commistione tra le arti, ricreando atmosfere ricche di empatia, ascolto, condivisione e calore, dove ognuno possa sentirsi a casa, non più solo, libero di essere ciò che è, fuori da un’ottica performativa e di giudizio interiore ed esteriore, accolto in ogni sua fragilità e contraddizione.

Crediamo profondamente che questo stato così pieno di armonia, e così vuoto di rumore, sia il terreno fertile per la più grande delle rivoluzioni: conoscerci, e riconoscerci nell’altro, comprendendo le nostre emozioni e le nostre ombre, abbracciandoci in ogni nostra parte.

Attuando questo processo, saremo finalmente in grado di relazionarci in modo autentico, sano e nutriente con l’altro, rendendo così possibile la più utopica delle affermazioni: rendere il mondo un posto migliore.

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benessere sonoro

un ponte verso il tuo sentire

Il percorso di Benessere Sonoro ha l’intento di fare da ponte verso il tuo sentire interiore, aprendo il tuo cuore alle parole che nutrono, ed alla musica che culla ed amplifica l’ascolto di te.

Riconoscere e vivere coscientemente tutte le sfumature delle proprie emozioni è essenziale per il benessere non solo personale, ma dell’intero ecosistema: scoprirsi in modo autentico, oltre ad accettarsi e direzionarsi sempre di più verso la propria natura intuitiva e vocazionale, permette difatti anche un rapporto più autentico con il prossimo, e con il nostro pianeta.